Abbazia di Santa Maria della Vangadizza

L'Abbazia della Vangadizza ha origini verso la metà del X secolo quando gli Estensi chiamarono a Badia i Benedettini ai quali trasferirono diversi loro possedimenti che avevano in loco. La Vangadizza e le parrocchie ad essa soggette non appartenevano a nessuna diocesi; l'abbazia infatti godeva del privilegio di "nullius diocesis" e l'abate che la governava rispondeva direttamene al Papa.
Già nella prima metà del 1200 ai Benedettini regolari succedettero i Camaldolesi che reggeranno le sorti del monastero fino alla sua soppressione avvenuta in modo definitivo con il decreto napoleonico del 1810. Pochi anni prima, alla fine del 1700 durante la dominazione francese in Italia, la Vangadizza era divenuta proprietà privata di un cittadino francese, perdendo la sua funzione di luogo di culto e resterà di proprietà straniera fino ai primi anni del 1980, quando sarà acquistata dall'Amministrazione Comunale di Badia Polesine.
 
Stemma dei frati Camaldolesi
Oggi del grande complesso monastico è possibile vedere il chiostro, che risale al 1200, a pianta trapezoidale, al quale si accede da un arco gotico in cotto del 1400. Il portico è coperto a vele, sostenute da pilastri in cotto. Nel 1400 il chiostro viene restaurato e la loggia superiore abbellita con colonnette in marmo di Verona. Al centro del chiostro è conservata un'elegante vera da pozzo in marmo bianco. Certamente il chiostro è l'elemento architettonico più interessante e suggestivo dell'Abbazia. Dal chiostro, attraverso un elegante portale in marmo rosso di Verona si accede al refettorio e attraversata la porta di fronte ci si trova nel giardino dell'Abate, così definito nella vecchia cartografia, dal quale si giunge nella piazza della Vangadizza, un ampio spazio davanti all'ex chiesa dell'Abbazia della Vangadizza. Della chiesa oggi rimangono i soli muri perimetrali poiché la chiesa è stata demolita nel 1836 durante il periodo di proprietà francese.
 
Affresco nella cappella dedicata alla Beata Vergine della Vangadizza
Sul lato breve di fronte all'ingresso, i resti delle tre antiche absidi: a sinistra si trovava l'altare e la tomba di San Teobaldo, patrono della città, a destra l'altare del Santo Crocifisso con le reliquie dei Santi Primo e Feliciano e al centro l'altare maggiore. Dal 2000 tutta l'area dell'ex chiesa è interessata da una campagna di scavo archeologico.
 Rimane invece ancora integra la cappella laterale dell'ex chiesa dedicata alla Beata Vergine della Vangadizza costruita nel XV secolo. Di particolare interesse sono gli stucchi dei pennacchi della cupola e i dipinti a fresco del catino dell'abside eseguito dal pittore bresciano Filippo Zaniberti (1585 - 1636). Gli affreschi rappresentano i miracoli della Vergine.
 
Bassorilievo della 'Baccante' del I secolo d.C.
Risparmiato dalla demolizione anche il campanile, la cui parte inferiore è costruita con materiale di recupero romano e ben visibile è l'ara posta a fondamenta del campanile stesso con il raffinato bassorilievo della "baccante" del I secolo d.C.
Nella piazza antistante la chiesa, due sarcofagi custodiscono le spoglie degli Estensi benefattori e capostipiti degli Hannover, famiglia dalla quale discendono gli attuali regnanti inglesi.



 
Sarcofagi che custodiscono le spoglie degli Estensi
Nella piazza antistante la chiesa, due sarcofagi custodiscono le spoglie degli Estensi benefattori e capostipiti degli Hannover, famiglia dalla quale discendono gli attuali regnanti inglesi.
 
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